La nuova flessione delle surroghe sul mercato creditizio italiano influenza negativamente l’intero comparto delle richieste di finanziamenti per la casa. È questa, in estrema sintesi, la panoramica di quanto accaduto a inizio 2018, caratterizzato da un mese di gennaio in cui le interrogazioni per le richieste di mutui casa sono calate del 10,8% rispetto a quanto non fosse stato rilevato nello stesso periodo dell’anno precedente.
Che il mercato dei mutui sia in complessiva contrazione non è comunque una novità: dalla scorsa primavera Crif (dal cui Barometro prendiamo spunto per fornire il quadro nel nostro odierno approfondimento) fornisce dati di flessione annua, confermando che l’emorragia dei mutui per sostituzione di altri finanziamenti in corso di rimborso stia proseguendo con buona evidenza.
Crescono le richieste di mutui tra 150-300 mila euro
Prendendo spunto da quanto sopra, non è certo disallineata l’evidenza che vede crescere l’importo medio della richiesta di mutuo a 125.724 euro e, soprattutto, il peso relativo delle richieste di finanziamenti tra 150 e 300 mila euro, in incremento di 0,9 punti percentuali a una quota oramai in grado di superare il 20% del totale.
La fascia più significativa in termini relativi è comunque quella tra i 100 e i 150 mila euro (29,3%), davanti a quella tra 0 e 75 mila euro (26,8%), tuttavia in calo di 1,9 punti percentuali proprio in virtù della già rammentata contrazione del volume di surroghe.
Richiedenti sempre più giovani
Il barometro ci fornisce altresì un altro prevedibile dato statistico: i mutuatari italiani sono sempre più giovani, con la fascia di richiedenti tra i 25 e i 34 anni che sale di 1,7 punti percentuali al 25,4% del totale. La fascia di richiedenti tra i 35 e i 44 anni, pur essendo ancora la più “pesante” con un termine relativo del 34,6%, perde invece 1,1 punti percentuali: considerando che proprio in questa fascia si concentra la maggior parte della popolazione di interessati alla surroga, l’analisi informativa di Crif non sorprende.
Ancora rilevante la quota di mutuatari over 45: entro i 54 anni sono il 24%, tra i 55 e i 64 anni sono il 10,6%, quelli sopra i 65 anni sono il 3%.
Quasi 1 mutuo su 2 ha una durata di oltre 20 anni
Passando infine alle statistiche relative alla durata dei finanziamenti richiesti a gennaio 2018, rileviamo come quasi 1 mutuo su 2 sia stato domandato per durate pari ad almeno 20 anni: l’asticella temporale si sta infatti spostando in misura sempre più rapida verso il lungo o lunghissimo termine, con la fascia di durata tra i 25 e i 30 anni che guadagna 3 punti percentuali rispetto all’anno precedente, con un peso relativo del 23%.
Con tale evoluzione, l’importanza relativa dei mutui over 25 risulta essere seconda solamente ai mutui più diffusi, quelli di durata tra i 16 e i 20 anni, con un peso del 25,2%. Perdono invece 2,8 punti percentuali i mutui di durata compresa tra i 10 e i 15 anni, spesso preferiti proprio dai finanziamenti in sostituzione di altri mutui, oggi al 16,3%.