La casa? Per gli italiani è un punto di riferimento imprescindibile dei propri progetti di vita. E, nonostante la lunga crisi, il mattone continua ad essere una delle prioritarie scelte di investimento da parte di tutti gli abitanti della Penisola. Guai, tuttavia, a pensare che cielo sia sgombro da nubi: sono infatti fin troppo numerosi gli italiani che si dichiarano insoddisfatti della propria situazione abitativa, e vorrebbero passare a una condizione di miglior comfort. A confermarlo è l’ultimo report BES – Benessere equo e solidale in Italia, diffuso non troppi giorni fa dall’Istat.
Troppo ampia l’insoddisfazione sulla qualità abitativa
Il punto di partenza dell’indagine non può che essere l’analisi dell’indice di bassa qualità dell’abitazione, che per Istat evidenzia la “percentuale di persone che vivono in abitazioni sovraffollate e che presentano almeno uno tra i seguenti tre problemi: a) problemi strutturali dell’abitazione (soffitti, infissi, ecc.), b) non avere bagno/doccia con acqua corrente; c) problemi di luminosità”.
Ebbene, in tal senso è del 9,6% la quota di popolazione italiana che lamenta condizioni abitative difficili, con un’incidenza che dunque risulta essere più elevata di quella che può essere riscontrata negli storici Paesi membri UE, e inferiore solo a quella di Bulgaria, Lettonia, Ungheria e Romania. Come se non bastasse, a ciò occorre aggiungere il fatto che ben il 27,8% della popolazione italiana vivrebbe in abitazioni troppo piccole, con un valore che è quasi doppio rispetto alla media europea. Ancora, un quarto della popolazione lamenta la presenza di infiltrazioni, umidità e simili sui muri, soffitti o infissi, con una incidenza superiore di circa 8 punti percentuali alla media europea.
Rimane infine stabile intorno al 7% la quota di italiani che dichiara di avere problemi di luminosità della propria abitazione, mentre è estremamente marginale la percentuale di coloro che si ritrovano a non avere un bagno, una doccia o acqua corrente.
Situazione peggiore al Mezzogiorno
Alla luce di quanto sopra, è facile “svelare” come il già ricordato indice di bassa qualità dell’abitazione sia il frutto della combinazione di tali elementi: si tratta pertanto di quella quota di italiani che vive in ambienti eccessivamente affollati e che presentano almeno uno tra i problemi strutturali sopra accennati. Una condizione evidentemente problematica che, nella Penisola, riguarda quasi un abitante su dieci.
Ad ogni modo, anche nel 2016 l’indice manifesta picchi di maggiore gravità al Sud, visto e considerato che l’indice di bassa qualità dell’abitazione è più alto di oltre 2 punti rispetto alla media tricolore nel Mezzogiorno (11,8%), mentre risulta essere più basso al Centro (8,9%) e soprattutto al Nord (8,4%). Per quanto riguarda le singole regioni, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta occupano i primi posti, Calabria e Abruzzo gli ultimi.