Statistiche catastali, OMI conferma crescita stock e rendite


L’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate ha recentemente pubblicato le nuove statistiche catastali, confermando una moderata crescita dello stock di unità abitative e della relativa rendita catastale.

In maggior dettaglio, l’OMI ha sottolineato come le unità ad uso abitativo (in sintesi, quelle del gruppo A, dalla A/1 alla A/11, con la sola eccezione della A/10), al 31 dicembre 2017 risultavano pari a circa 35 milioni di unità, circa 114 mila unità in più di quelle che erano state rilevate con riferimento al 2016.

A crescere sono state innanzitutto le categorie più rappresentate all’interno dello stock italiano. Gli immobili abitativi di categoria A/2 (abitazioni civili) sono ora pari a 12.758.519 unità, in incremento dello 0,7% rispetto all’anno precedente, mentre gli immobili abitativi di categoria A/3 (abitazioni economiche) sono ora pari a 12.703.838 unità, in aumento dello 0,4% su base annua. Complessivamente, la sommatoria delle unità abitative civili e di quelle economiche ammonta a 25,46 milioni di unità, pari a quasi il 73% dello stock complessivo.

Oltre alle categorie di cui sopra, crescono su base annua anche le unità di categoria A/7 (villini) e A/11 (abitazioni e alloggi tipici dei luoghi, in incremento del 2,2%). Di contro, calano le unità immobiliari censite come A/8 (ville), A/9 (castelli e palazzi di pregio), A/5 (abitazioni di tipo ultrapopolare) e A/6 (abitazioni rurali), con queste ultime due categorie in grado di manifestare un calo di oltre 2 punti percentuali.

Le statistiche catastali riportano altresì come lo stock abitativo sia soprattutto di proprietà delle persone fisiche, pari a 32,3 milioni di unità, oltre il 92% del totale. Alle persone non fisiche sono intestate 2,6 milioni di unità, mentre sono poco più di 11 mila le abitazioni che rientrano tra ib eni comuni.

Passando poi brevemente all’analisi del dato di rendita, emerge come alle abitazioni censite al 31 dicembre 2017 negli archivi catastali italiani corrispondesse una rendita di quasi 17 miliardi di euro, ovvero quasi 90 milioni di euro in più rispetto al 2016. Non stupisce, ovviamente, che la gran parte della rendita catastale sia riconducibile alle unità intestate alle persone fisiche, per quasi 15,7 miliardi di euro, il 92% del totale, mentre la rendita catastale attribuita alle persone non fisiche ammonta a circa 1,3 miliardi di euro, ed è poco meno di 4 milioni di euro la rendita catastale riconducibile alle abitazioni censite tra i beni comuni.

Concludendo con uno sguardo alle statistiche sulle consistente medie delle abitazioni, emerge infine come la superficie media delle abitazioni censite negli archivi catastali, calcolata come il rapporto tra la superficie catastale complessiva e il numero di unità, sia pari a circa 117 metri quadri, invariata rispetto all’anno precedente. La consistenza media è inferiore a 100 metri quadri per le abitazioni in categoria A/4, A/5, A/6 e A/11, e risulta essere superiore a 200 metri quadri per le categorie A/1, A8 e A/9.

Le unità immobiliari appartenenti alle categorie catastali più rappresentate, riportano una media di superficie pari rispettivamente a 126 metri quadri (A/2) e 110 metri quadri (A/3).

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