Mutui casa, come si evolverà il settore ai tempi del coronavirus


Il 2020 era iniziato bene, così come bene si era concluso il 2019. O, almeno,  lo aveva fatto in riferimento al mercato creditizio legato all’immobiliare, con i nuovi mutui casa che nell’ultimo quarto del 2019 erano riusciti ad accelerare del 9,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il che, sommato alle sempre sostenute surroghe, ha corposamente fornito una buona spinta al credito per la casa.

Tuttavia, quanto sopra è già archiviabile in un pur gradevole passato. Il presente parla invece un’altra lingua, con una drammatica crisi sanitaria, misure di lockdown che hanno interrotto le transazioni immobiliari e previsioni sempre più incerte per il futuro.

Come era iniziato il 2020

Il 2020 aveva aperto i battenti prolungando i buoni segnali che avevamo avuto modo di valutare nel corso della parte finale del 2019: un rinnovato interesse delle surroghe e una improvvisa impennata dei nuovi flussi di erogazione avevano infatti permesso al comparto creditizio retail di guardare con ottimismo al prossimo futuro.

Le cose sono poi drasticamente cambiate dal mese di febbraio e, soprattutto, dal 9 marzo in poi, giorno di adozione delle prime misure si lockdown e di distanziamento sociale. Da quel momento in poi le attività immobiliari sono state congelate e, di conseguenza, hanno subito uno stop anche le formalizzazioni delle delibere di mutuo.

Cosa ci attende nei prossimi mesi

Ma che cosa ci attende nei prossimi mesi?

Difficile stimarlo. Molto dipenderà dal modo con cui si evolverà lo scenario economico, che dipenderà a sua volta dal modo in cui si riuscirà ad arginare – speriamo, tempestivamente e positivamente – l’attuale crisi sanitaria.

Una cosa sembra però esser certa: forte rimarrà l’attrattività esercitata dalle surroghe, complice il basso livello dei tassi di mercato, oramai consolidato su livelli minimi storici. In altri termini, anche nel 2020, e anche in una condizione di allerta epidemiologica, le famiglie italiane continueranno ad attivare le procedure di rottamazione dei propri finanziamenti, nella speranza di alleggerire ulteriormente la rata del proprio piano di ammortamento. A tasso fisso, si intende: nei primi tre mesi del 2020, il 92% delle operazioni di mutuo era infatti caratterizzato da una forma tecnica di questa tipologia.

Per quanto attiene invece i nuovi flussi, ovvero le erogazioni destinate a sostenere le nuove operazioni di compravendite abitative, la determinante – guida sarà legata, come abbiamo già avuto modo di rammentare, dall’evoluzione dello scenario economico italiano e internazionale.

Se la crisi pandemica dovesse essere contenuta positivamente, senza eccessive ondate di ritorno e con buone prospettive di disponibilità di un vaccino nel medio termine, allora forse il mercato immobiliare potrà ricevere una boccata d’ossigeno (e di ottimismo!) che potrebbe permettere a sua volta un naturale trascinamento del comparto creditizio. Ad ogni modo, considerata la specificità del momento, e la “novità” della situazione nella quale ci troviamo, è praticamente impossibile formulare delle stime contraddistinte da ragionevole attendibilità. Meglio attendere i dati dei prossimi mesi, nell’auspicio che intanto le notizie epidemiologiche siano in grado di rassicurare famiglie e operatori di mercato sul nostro futuro.

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