Nel mese di giugno si è invertita la dinamica della domanda dei mutui, con un segno positivo tendenziale (+ 3,6%) che attenua il saldo negativo del primo semestre. A ricordarcelo sono gli ultimi aggiornamenti da parte del Barometro CRIF, che l’executive director Simone Capecchi commenta rammentando come finalmente si sia tornata a vedere un’evoluzione positiva, anche grazie al costante ridimensionamento del peso delle surroghe.
Non è certo casuale che l’andamento positivo si stia riflettendo anche sulla crescita dell’importo medio richiesto e sulla durata dei piani di rimborso. E che anche se un singolo mese non può certamente essere equiparata a un indicatore di vera e propria inversione di tendenza, il mercato stia comunque virando verso la giusta rotta.
Importi medi domandati in rialzo
Entrando maggiormente nel dettaglio statistico dell’elaborazione CRIF, si noti come dopo il calo registrato nel mese di maggio l’importo medio domandato abbia fatto segnare un + 0,9% che attesta il dato sui 126.094 euro, più o meno a metà della fascia maggiormente gettonata, quella dei mutui tra 100.000 e 150.000 euro (con il 29,5% delle richieste).
Rispetto allo scorso anno, emerge un graduale slittamento degli importi verso le fasce più elevate: un’evoluzione che può essere altresì ricondotta al già ricordato ridimensionamento del peso delle surroghe, per loro natura caratterizzate per cifre più contenute rispetto ai nuovi prestiti.
Piani di rimborso in graduale allungamento
In virtù delle stesse motivazioni, si osserva anche un graduale – ma costante – allungamento dei piani di rimborso. Il 22,2% del campione rilevato da CRIF richiede un mutuo per una durata tra i 26 e i 30 anni, e una percentuale simile concerne il periodo tra i 21 e i 25 anni. La durata più richiesta è comunque quella tra i 16 e i 20 anni, con il 26% della domanda totale, in rialzo dell’1,8% rispetto all’anno precedente.
Complessivamente, emerge come quasi tre richieste su quattro siano riconducibili a un piano di rimborso superiore ai 15 anni, e come le richieste per durate inferiori ai 5 anni – tipicamente, quelle in cui si concentrano le surroghe – hanno oggi un peso inferiore al punto percentuale (0,6%).
Mutuatari sempre più giovani
Dai dati CRIF emerge infine un abbassamento dell’età media dei mutuatari: merito sia della più volte evidenziata riconduzione del peso delle surroghe su soglie di ordinarietà, e sia delle iniziative che le banche e lo Stato (come il Fondo di Garanzia per la prima casa) hanno posto in essere per incentivare l’accesso al credito da parte dei più giovani e in generale delle categorie più in difficoltà.
Da quanto sopra ne risulta come il 34,6% dei futuri mutuatari abbia un’età compresa tra i 35 e i 44 anni, con un calo dell’1,1% rispetto all’anno precedente. Si rafforza invece la fascia tra i 25 e i 34 anni, con una quota del 25,2%, in rialzo dello 0,7% su linea tendenziale. Rilevante è anche la quota di mutuatari tra i 45 e i 54 anni, oggi pari al 24,1% del totale.