Continua a crescere il mercato dei mutui. Stando a quanto afferma l’ultimo bollettino mensile dell’ABI, infatti, il dato aggiornato a dicembre 2018 avrebbe manifestato una variazione positiva del 2,5% rispetto alla fine dell’anno precedente, contribuendo a trascinare al rialzo anche il complessivo volume dei prestiti alle famiglie e alle imprese, che a inizio 2019 hanno registrato una crescita dell’1%.
Indebitarsi costa (un po’) di più
Non è questo, comunque, l’unico elemento statistico che rileva con un certo livello di interesse all’interno del dossier dell’associazione. Tra i vari, emerge ad esempio come il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto abitazioni sia risultato essere pari all’1,92%, contro l’1,89% di dicembre 2018 e l’1,79% di luglio 2018, ma contro il 5,72% di fine 2007.
Insomma, indebitarsi è diventato un po’ più caro, ma il livello medio dei tassi di interesse è comunque molto più basso rispetto a quanto fu all’inizio della lunga crisi di settore, e tale dovrebbe rimanere ancora per tutto il 2019 e una buona parte del 2020.
Qualità del credito in miglioramento
Oltre ai volumi dei mutui e dei finanziamenti a famiglie e imprese, a migliorare è anche la qualità del credito delle banche italiane.
A suggellare tale valutazione è principalmente il fatto che le sofferenze nette (ovvero, le sofferenze al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti che gli istituti di credito hanno già effettuato con proprie risorse) a dicembre 2018 sono state pari a 29,5 miliardi di euro, in calo rispetto ai 38,3 miliardi di euro di novembre.
Appaiono molto soddisfacenti i confronti effettuati rispetto a due anni prima (a dicembre 2016 il valore era maggiore di 57,3 miliardi di euro) e tre anni prima (a novembre 2015 era maggiore di oltre 59 miliardi di euro). Il rapporto tra le sofferenze nette e gli impieghi totali è oggi pari all’1,72%, contro il 4,89% di fine 2016.
Raccolta da clientela, volumi in crescita e tassi stabili
Chiudiamo infine con un breve sguardo sulla dinamica della raccolta da clientela: a gennaio 2019 i depositi in Italia sono aumentati di circa 35 miliardi di rispetto all’anno precedente (+ 2,4%), mentre la raccolta obbligazionaria è diminuita di 29 miliardi di euro (- 10,8%). In tutto, però, la dinamica della raccolta complessiva è in crescita dello 0,3%.
Poco variati i tassi di interesse applicati alle varie forme tecniche. A gennaio 2019, infatti, il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela è stato pari allo 0,61%, per effetto dello 0,36% del tasso sui depositi, dell’1,68% del tasso sui pronti contro termine e del 2,39% del tasso sulle obbligazioni in essere.
Ne deriva infine che il differenziale tra il tasso medio sui prestiti e il tasso medio sulla raccolta è oggi pari a 198 punti base: si tratta di un valore storicamente molto basso, e in flessione decisa rispetto ai 335 punti base toccati alla fine del 2007.