Stai vendendo casa? Non improvvisare e segui questi consigli

Come vendere casa da solo? Scopri gli errori

Hai provato a vendere casa da solo, sono passati alcuni mesi e non hai ancora venduto?
Un test può aiutarti a comprendere gli errori (lo trovi in questo articolo).

vendere casa solo

Sei deluso, ti fai prendere dal pessimismo, sei sfiduciato da agenti immobiliari che ti chiedono l’esclusiva senza capire il perché, ti stai auto convincendo che non si vende per il particolare momento di mercato, ti mangi le mani perché forse quel tale che ti aveva fatto una proposta di acquisto che non hai accettato poteva essere gestito diversamente. Continue reading Stai vendendo casa? Non improvvisare e segui questi consigli

Oroscopo Immobiliare 2016? Quale trend?

Come ogni inizio anno, è tradizione comune e trasversale a tutti i comparti economici, lanciarsi in previsioni, trend e tendenze.

oroscopo-immobiliare-2016

Anche il mercato immobiliare non fa eccezione. E’ infatti di dicembre 2015 la pubblicazione del report di Moody’s sullo stato di salute del real estate italiano nel tentativo di tracciare un possibile trend che possa essere utile come guida non solo ai professionisti ma soprattutto agli investitori o a chi deve valutare nuovi progetti di vita. Continue reading Oroscopo Immobiliare 2016? Quale trend?

Vendere casa da solo? … ora ti dico come stanno realmente le cose

Vendere Casa da solo. Consigli pratici

Quando vendi casa, può capitare di avere a che fare con persone che chiamano solo per curiosità, sono perditempo e sarà facile immaginare che non chiameranno più. A volte possono essere persone che abitano nei dintorni, hanno visto il cartello e chiamano solo per farsi un’idea di quanto potrebbe valere casa loro.

come vendere casa

Se stai vendendo casa, non hai bisogno dei perditempo e quando il tempo passa senza che nulla accada arrivano le prime preoccupazioni:

  • “perché chi ha visto l’immobile non chiama per rivederlo?”,
  • “perché chiamano poche persone”,
  • “sarà che la mia casa non piace o è troppo personalizzata per incontrare il gusto di altri?”,
  • “sarà troppo cara?”

Forse pensi che sia tutto normale, del resto, si dice, “c’è la crisi”

ma è acqua passata, non entrare in questa trappola, le case si continuano a vendere, il mercato c’è ma bisogna andarselo a prendere, anche con strumenti diversi da quelli normalmente usati fino a qualche tempo fa.

Lo stai facendo?
Forse si, ma allora perché tutto così lento? Ti chiamano le agenzie immobiliari per proporti di collaborare? Se non lo fanno ci sono due possibilità:

  1. la dicitura No Agenzie che hai messo in pubblicità sta funzionando;
  2. chi opera con esperienza sa che l’immobile non è vendibile a quel prezzo.

Come hai valutato gli agenti immobiliari che a oggi ti hanno contattato? Ti hanno proposto strumenti innovativi per vendere casa? Ti hanno proposto un’analisi comparativa di mercato? Hai avuto l’impressione che questi agenti immobiliari si siano evoluti in questi anni di profondi cambiamenti o, al contrario, hai avuto l’impressione che continuino a lavorare come qualche anno fa? Ti do una brutta notizia, molti agenti immobiliari ancora oggi credono di riuscire a vendere come si faceva un tempo, semplicemente mettendo fuori un cartello …

Ecco, anche per questo motivo, molti agenti immobiliari hanno abbandonato il campo.
Oggi, o ti distingui, o ti estingui.

Facile che qualcuno ti proponga un prezzo di svendita, per riuscire a concludere un “affare” o, al contrario, che ti illuda di poter realizzare una certa cifra, senza fare nessuna analisi, solo per ottenere un incarico di vendita. Stai certo che a breve ti verranno proposti forti ribassi.

Insomma se hai capito di aver a che fare con qualcuno che sembra lavori come negli anni ’90 o negli anni ante crisi (2007-2008), gira alla larga e mettiti di grande impegno per cercare di vendere da solo.

Attenzione però, ecco cosa può accadere se continui ad avere la casa invenduta:

  • Ti stancherai di avere sconosciuti in giro per casa, magari con nessuna motivazione all’acquisto …;
  • se hai l’esigenza di realizzo entro una certa data, aumenta lo stress e puoi arrivare, per sfinimento, a essere preda di acquirenti aggressivi oggi presenti sul mercato e pronti a fare un acquisto speculativo;
  • se la tua casa rimane troppo nel mercato, perdi di credibilità e gli acquirenti si chiedono “perché quella casa è ancora invenduta?” … “che ci sia sotto qualcosa?”;
  • oggi che siamo nel mercato degli acquirenti, quindi ribassista pur se con un rallentamento della tendenza, la tua casa continua a perdere valore, e più tardi la vendi meno realizzi;
  • vuoi che continui? …

Chiamami per toglierti dal problema, oppure fai subito un’analisi degli errori che stai facendo o di azioni che dovresti fare e non fai, come ad esempio:

  • casa tua si presenta bene? Fattelo dire da un amico, meglio avere un parere esterno …
  • qualifichi il cliente telefonicamente? Ad esempio ti fai dire una caratteristica che deve avere la casa che sta cercando?
  • Durante la visita evidenzi quella caratteristica / beneficio ?
  • Non esageri nella descrizione di casa tua? Aumentando troppo le aspettative dell’acquirente?
  • Com’è posizionato il tuo immobile rispetto ad altri simili nei dintorni? Come sei posizionato con il prezzo?
  • Hai sentito qualcuno che ha già venduto per capire come ha chiuso? Cerca di avere un parere esterno.

Le attività elencate sopra, non ti daranno le potenzialità offerte dalla nostra struttura, che conta sulla collaborazione di più consulenti, ma sono di sicuro una buona base di partenza.

Buon lavoro, ora metti a frutto i consigli di questo articolo e segnalalo ad altri che, come te, ora stanno vendendo casa, te ne sarà riconoscente.

rent to buy

Rent To Buy

Per facilitare le vendite in un periodo di difficoltà di accesso al credito, è stato introdotto nel nostro ordinamento il contratto “rent to buy”.

rent to buy

Si tratta di una particolare tipologia contrattuale che permette di conciliare la domanda abitativa con la necessità di alleggerimento dei costi finanziari.

I benefici sono quindi sia per l’acquirente che per il venditore.

In pratica, il futuro acquirente ottiene l’immediato godimento dell’immobile a fronte del pagamento di un acconto e di un importo mensile per un certo numero di anni.
L’importo mensile è composto da una parte che va imputata a titolo di canone locativo e dalla rimanente parte che va imputata a titolo di acconto sul futuro acquisto.

Al termine del periodo pattuito tra le parti (che può avere durata massima di dieci anni) si perfeziona la vendita dell’immobile con il pagamento del residuo prezzo.

Le parti possono liberamente determinare la durata della fase di godimento del bene (che non può comunque essere superiore a 10 anni), la quota del canone da imputarsi a locazione e ad acconto, eventuali clausole penali e altri aspetti non espressamente vietati dall’ordinamento.

La norma prevede poi che il contratto debba considerarsi risolto per inadempimento del futuro acquirente in caso di mancato pagamento di una quota di canoni (anche non consecutivi) pari ad un ventesimo del loro numero complessivo. In caso quindi di inadempimento del futuro acquirente, il futuro venditore ha diritto alla restituzione dell’immobile ed a ritenere le somme versategli quale indennità.

Qualora, invece, il contratto dovesse risolversi per inadempimento del concedente (futuro venditore) questi dovrà restituire la quota dei canoni imputati a corrispettivo di vendita, maggiorata degli interessi legali. Naturalmente, in caso di inadempimento del futuro venditore, l’acquirente potrà decidere di rivolgersi al Tribunale per chiedere al Giudice di disporre il passaggio di proprietà verso il pagamento del prezzo pattuito.

E’ inoltre previsto che il contratto “rent to buy” venga trascritto come è possibile farlo per un contratto preliminare di compravendita.

Uno dei vantaggi più interessanti del “rent to buy” è quello di permettere all’acquirente di essere in grado di provare all’istituto di credito la propria capacità di pagare un canone mensile.
Se infatti per diversi anni è già stato pagato il canone, ciò lascia intendere che la capacità reddituale dell’acquirente sia adeguata per la concessione di un mutuo con un canone mensile del valore di quello stabilito nel “rent to buy”.

Il vantaggio per il venditore è sia quello di liberarsi, per tutta la durata del contratto, degli oneri finanziari connessi alla gestione dell’immobile, sia quello di riuscire a trovare con più facilità un acquirente. Inoltre, contrariamente a quanto avviene nell’affitto con riscatto, il locatore (futuro venditore) non finanzia il conduttore ma si limita a consentirgli il rinvio del rogito in un momento in cui il conduttore potrà accedere più agevolmente al finanziamento bancario potendo contare su uno storico creditizio affidabile.

Una buona agenzia immobiliare sarà certamente in grado di consigliare il miglior contratto tra quelli che rientrano nell’alveo dei contratti di godimento in funzione della successiva vendita (ad es. la compravendita a rate con clausola di riserva di proprietà, il contratto di locazione con preliminare di futura vendita, il contratto di locazione con opzione di acquisto o futura vendita). Ognuno presenta delle proprie peculiarità e sarà quindi opportuno identificare il contratto migliore per il caso concreto. Il “rent to buy” è certamente da tenere in considerazione.

Di seguito si riporta, ad ogni buon fine, il testo della norma.

L’art. 23 del D.L. 12 settembre 2014, n. 133 (in G.U. n. 212 del 12.9.2014), in vigore dal 13 settembre 2014, convertito in legge 11 novembre 2014, n. 164 (in Suppl. ord. alla G.U. n. 262 dell’11.11.2014), in vigore dal 12 novembre 2014, ha introdotto la disciplina dei “contratti di godimento in funzione della successiva alienazione di immobili”, altresì indicati come rent to buy. Detto art. 23 dispone quanto segue: “1. I contratti, diversi dalla locazione finanziaria, che prevedono l’immediata concessione del godimento di un immobile, con diritto per il conduttore di acquistarlo entro un termine determinato imputando al corrispettivo del trasferimento la parte di canone indicata nel contratto, sono trascritti ai sensi dell’articolo 2645-bis codice civile. La trascrizione produce anche i medesimi effetti di quella di cui all’articolo 2643, comma primo, numero 8) del codice civile. 1-bis. Le parti definiscono in sede contrattuale la quota dei canoni imputata al corrispettivo che il concedente deve restituire in caso di mancato esercizio del diritto di acquistare la proprietà dell’immobile entro il termine stabilito. 2. Il contratto si risolve in caso di mancato pagamento, anche non consecutivo, di un numero minimo di canoni, determinato dalle parti, non inferiore ad un ventesimo del loro numero complessivo. 3. Ai contratti di cui al comma 1 si applicano gli articoli 2668, quarto comma, 2775-bis e 2825-bis del codice civile. Il termine triennale previsto dal comma terzo dell’articolo 2645-bis del codice civile è elevato a tutta la durata del contratto e comunque ad un periodo non superiore a dieci anni. Si applicano altresì le disposizioni degli articoli da 1002 a 1007 nonché degli articoli 1012 e 1013 del codice civile, in quanto compatibili. In caso di inadempimento si applica l’articolo 2932 del codice civile. 4. Se il contratto di cui al comma 1 ha per oggetto un’abitazione, il divieto di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 20 giugno 2005, n. 122, opera fin dalla concessione del godimento. 2 5. In caso di risoluzione per inadempimento del concedente, lo stesso deve restituire la parte dei canoni imputata al corrispettivo, maggiorata degli interessi legali. In caso di risoluzione per inadempimento del conduttore, il concedente ha diritto alla restituzione dell’immobile ed acquisisce interamente i canoni a titolo di indennità, se non è stato diversamente convenuto nel contratto. 6. In caso di fallimento del concedente il contratto prosegue, fatta salva l’applicazione dell’articolo 67, terzo comma, lettera c), del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, e successive modificazioni. In caso di fallimento del conduttore, si applica l’articolo 72 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, e successive modificazioni; se il curatore si scioglie dal contratto, si applicano le disposizioni di cui al comma 5. 7. Dopo l’articolo 8, comma 5, del decreto-legge 28 marzo 2014, n. 47, convertito con modificazioni, dalla legge 23 maggio 2014, n. 80, è aggiunto il seguente: “5-bis. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche ai contratti di locazione con clausola di trasferimento della proprietà vincolante per ambedue le parti e di vendita con riserva di proprietà, stipulati successivamente alla data di entrata in vigore della presente disposizione.”. 8. L’efficacia della disposizione di cui al comma 7 è subordinata al positivo perfezionamento del procedimento di autorizzazione della Commissione Europea di cui all’articolo 107 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), di cui è data comunicazione nella Gazzetta ufficiale”.

 


Altre fonti:

Le 10 cose da sapere sul rent to buy – Notariato.it

 

Comprare casa milano e brianza - Sondaggio

Comprare Casa Oggi Milano e Brianza – Sondaggio

Riportiamo di seguito i risultati del sondaggio “comprare casa oggi ” che ha interessato la provincia di Monza e Brianza e la città di Milano, zone nelle quali opera l’agenzia immobiliare Arca Real Estate.
L’obiettivo del sondaggio non è solo informativo e di analisi di mercato, ma anche scoprire ed individuare le aree di intervento al fine di migliorare il servizio ed essere sempre più vicini alle necessità delle persone.

Comprare casa milano e brianza - Sondaggio

In questo sondaggio abbiamo affrontato le particolari tematiche legate a colui che è alla ricerca di una casa.
Non rientra pertanto l’analisi di coloro che hanno la necessità di porre sul mercato il proprio appartamento.
Per non creare confusione, tale analisi verrà effettuata in modo puntuale a breve.

Il nostro sondaggio è stato diviso in 2 sezioni:

  1. La prima parte inerente le motivazioni all’acquisto.
  2. La seconda parte legata alle modalità operative di acquisto come ricorrere al “fai da te” oppure rivolgersi a professionisti dell’immobiliare e/o consulenti immobiliari.

Motivazioni all’acquisto – Sintesi del sondaggio

La casa è ancora considerato un progetto di vita per il 75% delle persone intervistate e solo il 10% di queste esclude esplicitamente l’acquisto a favore dell’affitto.
La motivazione principale è quella di creare un nido per la propria famiglia. Non mancano le motivazioni di investimento.

E’ molto chiaro alla maggioranza di coloro che desiderano acquistare casa (o di cambiarla) che oggi sia il momento ottimale per farlo in quanto concorrono diverse circostanze molto positive:

  1. Prezzi delle case ai minimi storici e vicino al punto di risalita
  2. Accedere ai finanziamenti è di nuovo possibile, la stretta creditizia è stata allentata e addirittura si hanno valori di spread talmente bassi che una rata mutuo è spesso concorrenziale con il canone medio di affitto.

C’è poca conoscenza invece della possibilità di finanziamenti ed opportunità derivanti dal decreto Sblocca Italia
(es.: Fondo di Garanzia per accedere a mutui).

Se entriamo nel dettaglio, la soluzione ideale ricercata è il trilocale. La somma fra trilocali o soluzioni superiori supera il 70% delle preferenze.
Quasi escluso il monolocale con il 2% delle preferenze.
La scelta ideale è nel centro del proprio comune o vicino al posto di lavoro.
Poco più del 20% gradirebbero spostarsi verso la periferia.

I comuni più gettonati, oltre ovviamente Milano e Monza che raccolgono la maggior parte dei consensi, sono Sesto San giovanni, Arcore, Usmate, Vimercate, Segrate.
Preferenze anche per Villasanta, Lambrate, Triuggi, Cesano Maderno, Muggiò, Gorgonzola, Busnago, Agrate Brianza, Besana Brianza, Legnano.

13% il numero di persone che gradirebbero comprare la casa ma devono escludere a priori tale possibilità a causa di incertezze lavorative.
43% è il dato di coloro che vorrebbero comprare una casa nuova ma l’acquisto è condizionato alla vendita dell’attuale casa di proprietà.

Modalità operative di acquisto

Il primo dato sorprendente che salta subito all’occhio è che il 78% si rivolgerebbe ad un consulente immobiliare in caso di necessità.
1% esclude categoricamente l’agenzia immobiliare ed il 21% proverebbe prima a farlo da solo.

La maggior parte di coloro che si rivolgerebbero a consulenti immobiliari professionisti non ritiene adeguate le provvigioni richieste per la loro attività (quasi il 65%) ma ne riconoscono la professionalità nel 47% dei casi. Soprattutto se si rende necessario operare nel loro mercato di zona di riferimento.
Il 30% non saprebbero rispondere a tale domanda, segno che probabilmente non hanno le corrette informazioni sull’utilità di un consulente immobiliare nel complesso processo di una transazione immobiliare.
Di tale informazione i professionisti dovrebbero fare ammenda in quanto si rende necessaria una maggiore trasparenza e comunicazione per infondere cultura e fiducia nelle persone che vorrebbero usufruire di tali servizi a valore aggiunto.

Ancora elevato il dato di chi ha avuto esperienze con agenzie immobiliari che dichiarano di far perdere solo tempo in quanto non presentano soluzioni in linea con i propri desiderata (oltre il 28%).
Solo il 38% si considera pienamente soddisfatto.

I risultati di tale sondaggio sono stati per Arca Real Estate importanti e per alcuni aspetti illuminanti.
Abbiamo capito che sussistono diverse aree di miglioramento e saremmo grati ai lettori, di fornirci eventuali idee per essere sempre più vicini alle loro necessità.

Di seguito è possibile scaricare il report PDF con il dettaglio delle risposte alsondaggio.

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social housing

Social Housing in Italia

Social Housing, anche in Italia si aprono scenari interessanti.
E’ vero che in Europa la media è del 15%, in Danimarca si hanno picchi del 20% ed a Londra del 26%, ma ad esempio a Milano abbiamo raggiunto il 7%. Roma ancora molto indietro al 4%

social housingMa cos’è il Social Housing?
Non si tratta semplicemente di alloggi per famiglie disagiate. In Italia quando si parla di edilizia sociale è comune fare questo accostamento.

Una definizione fornita da Cecodhas (Comitato Europeo per la promozione al diritto alla casa) recita:
“l’insieme delle attività atte a fornire alloggi adeguati, attraverso regole certe di assegnazione, a famiglie che hanno difficoltà nel trovare un alloggio alle condizioni di mercato perché incapaci di ottenere credito o perché colpite da problematiche particolari” 

Soddisfare la “domanda di case” con regole che esulano dalle regole del libero mercato non è così impensabile come si possa credere. Case belle, efficienti, “vivibili” e a basso costo grazie alla collaborazione tra pubblico e privato sono diventati progetti reali e concreti negli ultimi anni.
Il concetto di povertà infatti negli ultimi anni è stato sostituito da quello di “vulnerabilità sociale” in cui ricadono ad esempio giovani coppie, lavoratori atipici e partite IVA.

Praticamente sono persone che difficilmente potrebbero accedere a finanziamenti ma che comunque si ritrovano in fasce di reddito non idonee al diritto all’edilizia popolare.

Un esempio di modello è lo sviluppo di complessi residenziali da parte di privati che però beneficiano di finanziamenti pubblici a patto di dedicare alcuni alloggi a fasce sociali deboli di popolazione.
Le modalità posso essere diverse: affitti calmierati; prezzi in convenzione; possibilità di riscatto della proprietà nel lungo periodo.

Con un modello social housing si ottengono benefici per l’intera collettività.
Si possono ad esempio recuperare zone di disagio sociale promuovendone la coesione in un connubio di partecipazione tra il pubblico e il privato con il fine dell’abitare equo.

Presentiamo alcuni progetti che ne testimoniano la qualità ed efficacia:

social housing parigiCase Passive nel centro di Parigi
Il progetto vede la sua realizzazione a marzo 2014 ed è legato alla volontà di preservare le preesistenze, riuscendo a progettare ben 11 alloggi di social housing e 2 locali di servizi.
L’edificio risponde appieno alle richieste del “Plan Climat” (Piano Clima) della Città di Parigi con caratteristiche energetiche di efficienza che rappresentano l’esempio di architettura sociale efficiente.

Ma tornando in Italia, possiamo presentare anche esempi social housing della città di Milano:

social housing milanoIl progetto Zoia nella periferia Milanese in zona San Siro, nasce dalla sinergia di finanziamenti pubblici e privati composto da cooperative di abitanti.
90 alloggi, di cui 46 appartamenti saranno destinati alla proprietà a basso costo e i restanti all’affitto a canone convenzionato e a canone sociale.

Per calmierare il prezzo di 1900€/mq come richiesto dal Comune di Milano nel bando come clausola, pubblico e privato hanno dialogato ed il Comune ha concesso alle cooperative il suolo per 90 anni, abbattendo i costi di acquisto dell’area. Pertanto il prezzo di vendita deriva solo dai costi di costruzione. Il prezzo calmierato non inficia sulla qualità costruttiva, infatti gli appartamenti sono tutti di classe A.

social housing milano XLAMIl più grande progetto residenziale Europeo di social housing sorgerà a Milano su un’area di 17.000 mq ed in tecnologia X-Lam.
4 edifici di 9 piani per 124 appartamenti in classe A.

Comfort, sicurezza antisismica, ecosostenibile ed ampio carattere sociale grazie alla “progettazione e distribuzione degli spazi comuni, concepiti come una serie di percorsi e luoghi che si articolano in modo da essere fruibili nei diversi momenti della giornata e da diverse tipologie di abitanti […]spazi di relazione dove la comunità potrà incontrarsi e relazionarsi. Il cuore del progetto è la corte interna, che diventerà un piccolo parco, aperto anche ai cittadini, che comprenderà aree gioco, spazi di sosta e pergolati.”.

Come possiamo notare da questi progetti, viene completamente stravolto il concetto di “edilizia popolare”.
Questi progetti diventano parte integrante dei progetti delle amministrazioni locali di riqualificazione territoriale e sociale.


Fonti:

case invendute milano e monza

Immobiliare Milano – Come chiude l’anno?

Immobiliare Milano, un anno positivo fra le tante difficoltà del comparto. E’ l’ora di comprare casa ora, ecco perchè.

compravendite residenziale italia 2014

A dispetto di quanto vediamo nel grafico a livello nazionale, è un vero piacere scrivere questo articolo!
L’immobiliare a Milano da inizio anno è ripartito e continua a crescere!

Non è l’ultimo dato che ci porta entusiasmo (+5,7% da analisi di esperti del settore immobiliare su dati Agenzie delle Entrate)
Già all’inizio del 2014 si registrava una ripresa, iniziata timidamente l’anno precedente.

Già, perchè il 2013 si era chiuso con un timido 0,01% nel comparto Milano Residenziale, dato che non deve suscitare ilarità se pensiamo che a livello nazionale si registrava un – 9,7%!!! (Fonte: Osmi Borsa Immobiliare Milano)

Marco Dettori (Presidente OSMI) ha associato queste dinamiche controtendenza del mercato immobiliare Milano a 2 fattori:

  1. Diffusione di edilizia di qualità
  2. Effetto EXPO che sta riqualificando e trasformando la città

Elementi che hanno aumentato l’attenzione da parte di investitori stranieri.

Si aggiunge un altro importante fattore endemico che ha bloccato il mercato immobiliare italiano in genere e nel particolare l’immobiliare milanese e della Brianza: allentamento della stretta creditizia.

Infatti si registrano dati molto positivi anche sul fronte della domanda dei mutui casa, come evidenzia lo studio del CRIF.
Nel mese di novembre 2014 la domanda è cresciuta del 21,1%, quindi in costante aumento da inizio anno.

 

L’aumento della domanda di mutui casa, è anche sintomo di una maggiore fiducia e finalmente le famiglie cominciano di nuovo a fare progetti per il futuro.
Anche le quote di erogazione sembra che siano tornate all’80%.

Genworthcompagnia specializzata nella copertura del credito in caso di insolvenza del mutuatario – stima che le erogazioni dei mutui superiori all’80% del valore dell’immobile raggiungeranno il 5% del totale.
400 milioni di euro di erogato in più rispetto al 2013.
Recita il comunicato di Genworth “Il 2014 non sarà l’anno che sancirà una vera e propria svolta, ma si confermano i segnali di un’inversione di tendenza per il prossimo futuro, per quanto riguarda il mercato sia dei mutui residenziali che delle compravendite immobiliari”

Le prospettive per l’immediato futuro possiamo definirle ancora positive, salvo che non subentrino scossoni o veri terremoti nel fragile quadro finanziario mondiale.

Perché c’è da essere positivi?

Per anni abbiamo letto e detto che se riparte l’immobiliare riparte l’Italia.
Anche le scelte dell’attuale Governo sembra abbiano preso coscienza di questo “luogo comune” (?)
Infatti nel provvedimento “Sblocca Italia” sono state inserite importanti agevolazioni fiscali (Bonus Fiscali fino a 60.000 €) e per la prima volta viene quantomeno “nominato” lo strumento del Rent-to-buy, sperando che diventi un primo passo verso una regolamentazione definitiva.

Aggiungiamo anche la possibilità di accedere a Fondi di Garanzia per le abitazioni principali ad alta efficienza energetica e non ultimo anche le manovre della BCE che hanno di fatto azzerato il costo del denaro ed i mutui oggi hanno spread veramente ridotti tanto da rendere una rata mutuo concorrenziale con un canone di affitto.
Nonostante il peso della tassazione per la casa in Italia resti una zavorra, l’immobiliare ricomincia nuovamente a ricoprire il ruolo che ha storicamente ricoperto per gli italiani.

Tutti questi fattori “sociali” vanno anche contestualizzati nello scenario dei prezzi delle case e degli stock immobiliari invenduti.

I prezzi delle case a Milano infatti continuano a calare o comunque non stanno crescendo. Situazione che rimarrà stabile ancora per poco.
Chi vuol acquistare casa deve accelerare il passo, perché comprerebbe alle migliori condizioni di mercato.
Molti proprietari, analizzando queste informazioni valuteranno altresì di aspettare a vendere perché potrebbero realizzare di più nei prossimi mesi se la situazione è quella che stiamo descrivendo.

Quindi un grande punto di attenzione per il proprietario di una casa in questa situazione è che l’attesa potrebbe fargli perdere opportunità.

In Italia lo stock di case invendute sul mercato è di oltre un milione (Luca Dondi, il direttore generale di Nomisma).
A Milano e Monza i volumi di stock immobiliari invenduti sono importanti.
L’offerta sul mercato è molto superiore alla domanda assorbile, quindi un atteggiamento troppo attendista del proprietario potrebbe far perdere opportunità di vendere e ritrovarsi ancora per lungo periodo il capitale immobilizzato. Una casa come capitale immobilizzato rappresenta un costo annuale importante (soprattutto se seconda casa). Se a tale scenario aggiungiamo che negli ultimi 5 anni i canoni di affitto si sono ridotti di oltre il 20% consiglierei ad un proprietario intenzionato a vendere di valutare molto bene la situazione con il proprio consulente immobiliare di fiducia.
 

case invendute milano e monza

Case24Plus – Case Invendute Italia

 

Altre fonti:


Autore: Gianluca Capone